lunedì 13 ottobre 2014

Agricoltura e musica indipendente. “Seminare il futuro” si può se l’“indipendenza” mette radici.




Inauguriamo il primo post del nostro blog Cotti e Suonati, parlandovi di una bella iniziativa, che la scorsa domenica, 12 ottobre, si è svolta in tutti i paesi del mondo e cui abbiamo partecipato nella nuova veste di Cotte e Suonate “raccogliendo” un insolito accostamento tra musica indie e agricoltura biologica all’insegna dell’indipendenza.


Vi spieghiamo come l’indipendenza..mette radici!


Seminare il futuro! È il titolo dell’evento che anche in Italia ha avuto i suoi “germogli” sottoforma di aziende agricole biologiche e biodinamiche che fanno della lavorazione e della produzione di cibi no geneticamente modificati e della tutela della biodiversità dei prodotti, la loro ragione di vita e che attraverso l’atto della semina collettiva, hanno reso protagoniste le persone comuni, rendendoli seminatori e seminatrici di cereali per un giorno!


Com’è nata l’idea?



Ci hanno pensato due agricoltori svizzeri che nel lontano 2006, al fine di sensibilizzare la popolazione sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, hanno ideato l’iniziativa Seminare il futuro, sottolineando l’importanza della sovranità alimentare locale  e la consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera opportunità per tutti, dal produttore al consumatore.



Eccovi il loro messaggio indirizzato a tutti i partecipanti, seminatori per un giorno, Ueli Hurter  e Peter Kunz di Seminare il futuro in Svizzera:
 
“Cara Seminatrice e caro seminatore,
seminiamo insieme per un seme libero e contro la brevettazione della vita. Con il nostro seme comune ci prendiamo la responsabilità per il nostro nutrimento. Decidiamo noi che cosa deve crescere sui nostri campi e cosa deve esserci domani sui nostri piatti. Agiamo insieme, produttori e consumatori – organizziamo una festa per il nostro patrimonio culturale e per la Madre Terra che ci sostiene e ci nutre.

Otto anni fa, nella nostra azienda, abbiamo dato vita al primo Seminare il Futuro. Abbiamo sperato  che ci sarebbero state semine in molti altri luoghi – e questo è successo. Oggi ci sono 200 semine all’anno in 12 Paesi. L’Italia è molto forte con 26 semine distribuite su tutto il territorio allo stesso giorno e alla stessa ora. Qui al Nord conosciamo tutti il bel Paese, i buoni prodotti italiani e la cucina italiana. Per i nostri valori il vostro impegno è una porta verso il futuro.
Molte grazie e Buona Semina”!

L’evento, si è svolto contemporaneamente in tutto il mondo ed ha offerto la possibilità di compiere un gesto, nello stesso tempo simbolico e concreto: seminare la terra insieme sporcandosi le mani, tra pietre, terra e sole.
I semi biologici e biodinamici utilizzati nell’iniziativa, provengono da un processo di selezione che rinuncia all’uso degli ibridi e alla manipolazione genetica.


Insomma un’indipendenza e una presa di posizione da tutto ciò che rende artificiale il nostro vivere... 


E proprio all’indipendenza che pensavo quando, tornata a casa con la terra nelle scarpe a reclamare la sua presenza, ho colto e raccolto il senso delle parole di Giancarlo, l’imprenditore Andriese che ha aperto le porte della sua azienda agricola aderendo all’ iniziativa: Seminare e produrre la verità come ci insegna la natura stessa senza artifici e brevetti delle multinazionali che vorrebbero omologare e rendere di un’unica proprietà le sementi..il nostro cibo, la nostra vita.


“E’ come se avessimo negli anni, creato volutamente uomini sterili alla nascita, incapaci in atto di generare vita”.



Per questi motivi, evitando “l’omologazione mainstream” delle multinazionali, nella mia testa ho accostato la cultura biologica del cibo, alla musica indipendente. Quell’idea che, anche se sei una piccola voce all’interno di colonne sonore sempre forti e invasive, puoi e devi avere il tuo spazio, perché esisti, perché sei un seme che va preparato e coltivato.
 
Ho pensato alle piccole grandi etichette che lottano giornalmente con le titolate agenzie dai nomi altisonanti, ai grandi artisti che non riempiono gli stadi, ma riempiono di parole immense la testa di chi ha il coraggio di coglierli, ascoltarli, dando il giusto valore e il giusto peso alla musica e al messaggio.


Magari poi la terra dove ha seminato è troppo pietrosa, il vento in quella stagione ha affossato il raccolto e le piogge hanno mandato all’area tutti i suoi sforzi.


“Distruggere per costruire”…


Ho osservato la mia raccolta di cd, espressione di un mondo sommerso difficile da proporre. Un grano “Cappelli” dall’alto valore simbolico e non solo, da amare e gustare, ma poco conosciuto o conosciuto solo dagli “addetti ai lavori”. 


Ho pensato a me e a Nadia e a questa avventura e la conclusione è che, l’indipendenza mette radici, frutta e crea germogli di speranza.


Sono convinta che a un futuro incerto si reagisca coltivando semi d’indipendenza.

Quell’indipendenza che però deriva dall’impegno e dal sacrificio, che t’invecchia la pelle bruciata dal sole per dodici mesi l’anno, quell’indipendenza che attende la trebbiatura come fosse Natale e non ha bisogno di etichette e rivoluzioni e venti di ri-volta.


Indipendenza che è consapevolezza...è sapere.


Poi ognuno, spenta la radio, conservati i cd, sparecchiata la tavola e ripulito il piatto, continua a vivere la sua vita come meglio crede.


Io però credo nella terra “perché sono legato alla terra e alla terra, mai mi slegherei” – Citazione Musicale. 


Lasciatemi essere Raccolta e Suonata!






Alessia Vanìa

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