Inauguriamo il primo
post del nostro blog Cotti e Suonati,
parlandovi di una bella iniziativa, che la scorsa domenica, 12 ottobre, si è
svolta in tutti i paesi del mondo e cui abbiamo partecipato nella nuova veste
di Cotte e Suonate “raccogliendo” un
insolito accostamento tra musica indie e agricoltura biologica all’insegna dell’indipendenza.
Vi spieghiamo come l’indipendenza..mette
radici!
Seminare il futuro! È il titolo dell’evento che anche in Italia ha avuto
i suoi “germogli” sottoforma di aziende agricole biologiche e
biodinamiche che fanno della lavorazione e della produzione di
cibi no geneticamente modificati e della
tutela della biodiversità dei prodotti, la loro ragione di vita
e che attraverso l’atto della semina
collettiva, hanno reso protagoniste le persone comuni, rendendoli seminatori
e seminatrici di cereali per un giorno!
Com’è
nata l’idea?
Ci
hanno pensato due agricoltori svizzeri che nel lontano 2006, al fine di sensibilizzare la popolazione sul tema
della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, hanno ideato l’iniziativa
Seminare il futuro, sottolineando l’importanza
della sovranità alimentare locale e la
consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera
opportunità per tutti, dal produttore al consumatore.
Eccovi il loro
messaggio indirizzato a tutti i partecipanti, seminatori per un giorno, Ueli Hurter e Peter Kunz
di Seminare il futuro in Svizzera:
“Cara Seminatrice e caro seminatore,
seminiamo insieme per un seme libero e contro la brevettazione della vita. Con il nostro seme comune ci prendiamo la responsabilità per il nostro nutrimento. Decidiamo noi che cosa deve crescere sui nostri campi e cosa deve esserci domani sui nostri piatti. Agiamo insieme, produttori e consumatori – organizziamo una festa per il nostro patrimonio culturale e per la Madre Terra che ci sostiene e ci nutre.
seminiamo insieme per un seme libero e contro la brevettazione della vita. Con il nostro seme comune ci prendiamo la responsabilità per il nostro nutrimento. Decidiamo noi che cosa deve crescere sui nostri campi e cosa deve esserci domani sui nostri piatti. Agiamo insieme, produttori e consumatori – organizziamo una festa per il nostro patrimonio culturale e per la Madre Terra che ci sostiene e ci nutre.
Otto anni fa, nella nostra azienda, abbiamo dato vita
al primo Seminare il Futuro. Abbiamo sperato
che ci sarebbero state semine in molti altri luoghi – e questo è
successo. Oggi ci sono 200 semine all’anno in 12 Paesi. L’Italia è molto forte
con 26 semine distribuite su tutto il territorio allo stesso giorno e alla
stessa ora. Qui al Nord conosciamo tutti il bel Paese, i buoni prodotti
italiani e la cucina italiana. Per i nostri valori il vostro impegno è una
porta verso il futuro.
Molte grazie e Buona Semina”!
Molte grazie e Buona Semina”!
L’evento, si è svolto contemporaneamente in tutto il
mondo ed ha offerto la possibilità di compiere un gesto, nello stesso tempo simbolico
e concreto: seminare la terra insieme
sporcandosi le mani, tra pietre, terra e sole.
I semi biologici e biodinamici utilizzati
nell’iniziativa, provengono da un processo di selezione che rinuncia all’uso degli ibridi e alla
manipolazione genetica.
Insomma un’indipendenza e una presa di posizione da
tutto ciò che rende artificiale il nostro vivere...
E proprio all’indipendenza che pensavo
quando, tornata a casa con la terra nelle scarpe a reclamare la sua presenza, ho
colto e raccolto il senso delle parole di Giancarlo, l’imprenditore Andriese
che ha aperto le porte della sua azienda agricola aderendo all’ iniziativa: Seminare
e produrre la verità come ci insegna la natura stessa senza artifici e brevetti
delle multinazionali che vorrebbero omologare e rendere di un’unica proprietà
le sementi..il nostro cibo, la nostra vita.
“E’ come se
avessimo negli anni, creato volutamente uomini sterili alla nascita, incapaci
in atto di generare vita”.
Per questi motivi, evitando “l’omologazione
mainstream” delle multinazionali, nella mia testa ho accostato la cultura
biologica del cibo, alla musica indipendente. Quell’idea che, anche se sei una piccola
voce all’interno di colonne sonore sempre forti e invasive, puoi e devi avere
il tuo spazio, perché esisti, perché sei un seme che va preparato e coltivato.
Ho pensato alle piccole grandi etichette
che lottano giornalmente con le titolate agenzie dai nomi altisonanti, ai
grandi artisti che non riempiono gli stadi, ma riempiono di parole immense la
testa di chi ha il coraggio di coglierli, ascoltarli, dando il giusto valore e
il giusto peso alla musica e al messaggio.
Magari poi la terra dove ha seminato è
troppo pietrosa, il vento in quella stagione ha affossato il raccolto e le
piogge hanno mandato all’area tutti i suoi sforzi.
“Distruggere per costruire”…
Ho osservato la mia raccolta di cd,
espressione di un mondo sommerso difficile da proporre. Un grano “Cappelli”
dall’alto valore simbolico e non solo, da amare e gustare, ma poco conosciuto o
conosciuto solo dagli “addetti ai lavori”.
Ho pensato a me e a
Nadia e a questa avventura e la conclusione è che, l’indipendenza mette radici, frutta e crea germogli di speranza.
Sono convinta che a un
futuro incerto si reagisca coltivando semi d’indipendenza.
Quell’indipendenza che però
deriva dall’impegno e dal sacrificio, che t’invecchia la pelle bruciata dal
sole per dodici mesi l’anno, quell’indipendenza che attende la trebbiatura come
fosse Natale e non ha bisogno di etichette e rivoluzioni e venti di ri-volta.
Indipendenza che è
consapevolezza...è sapere.
Poi ognuno, spenta la
radio, conservati i cd, sparecchiata la tavola e ripulito il piatto, continua a
vivere la sua vita come meglio crede.
Io però credo nella
terra “perché sono legato alla terra e alla terra, mai mi slegherei” –
Citazione Musicale.
Lasciatemi essere
Raccolta e Suonata!
Alessia Vanìa
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